giovedì 10 novembre 2011

Le notti di Cabiria


"Però è vero che ce sta una giustizia, a questo mondo... Uno soffre, ne passa di tutti i colori, ma poi viene il momento d'esser felici per tutti."
Eh già, viene il momento d'esser felici, per tutti. Io oggi mi son reso felice. Davvero. Ho conosciuto una persona molto particolare. Non sto li a raccontarvi  che età  abbia, cosa faccia nella vita o qualche altro inutile identikit alla buona. Non è importante. E' davvero una donna speciale. Un po' di musica, qualche aneddoto su qualche film, soprattutto se è in bianco e nero, e qualche frase detta da entrambi, da giovane coppia di metà dello scorso secolo.
Non credo d'esser una reincarnazione di qualcuno, ma so per certo, che quella donna m'ha rimandato indietro di un secolo. E non in un periodo qualunque; erano sicuramente gli anni 50 ed io e lei eravamo magnifici. Splendidi, direi.
Due scotch e dieci sigarette. Tanto è bastato per sentire la sua presenza. Ogni sorso era un momento insieme; un ricordo di lei. C'è stato un momento in cui eravamo seduti in una delle sale del cinema della città. La gente davanti a noi fumava e il proiettore rumoreggiava in sottofondo. "Avremo sempre Parigi", diceva Bogart, e in quel momento le nostre mani erano diventate incerte. L'uomo col cappello subito dopo la nostra fila amoreggiava con enorme cafonaggine con qualche mal capitata, e io spinsi la mia mano sul bracciolo di fianco a me. Lei s'avvento con la sua sulla mia. L'innocenza dei suoi occhi era difficile da sostenere. Sembrava una di quelle che nonostante la sua età ne avesse passate tante. Eppure quello navigato ero io.
Finito il bicchiere mi sono accorto di essere ancora li, nel presente. Avevo solo un ricordo di quella serata.
Ho acceso una sigaretta.
"La cercherò fra i fumi dell'alcol, di qualche altra sera" ho pensato. "Spero ridiano ancora quel film."
Non è cambiato nulla. Mi sento innocente anch'io. Ho bisogno di riprendermi. Cancello tutto e tengo solo il ricordo dell'ombra della sua mano sulla mia.  E' stato un gran giorno. Fumo ancora l'ultima mentre il cane russa, spalmato sul cuscino del mio letto.
Il solito Hanky.

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