venerdì 13 luglio 2012

Sono stato a Parigi, stanotte.

Sono stato a Parigi stanotte. Sono stato in uno di quei bistrot dove non si può più fumare dentro, ma i posacenere sui tavoli li tengono ancora. Ho ricordato tanto. Le passioni, gli amori e le bevute. Sono stato a Parigi stanotte. L'ho rivista tutta in un sorso. L'odore delle sigarette fumate. La pioggia. Oh cavoli, la pioggia di quella città è unica. Non tanto l'odore, ma i colori. I marciapiedi neri. Il ghiaccio invernale. Rue Lepic. Io e tutti gli altri. L'amore l'ho imparato lì, fra un hamburger all'Indiana e un film in lingua originale. Avevo pochi soldi, tanta fame e tanta voglia di camminare.
Sono ritornato a Parigi stanotte. Sono andato e son tornato. Son partito da qui che ero ancora seduto a un pub. Sono rimasto là con i ricordi e mi son fermato. Sono tornato, adesso, con il sorriso sulle labbra. Place de Clichy, la fourche e la linea tredici della metro.
Sono a casa adesso, ma a Parigi ci si torna solo quando è lei a ospitarti. Stasera a Trocadéro, con gli occhi lucidi, la gola in fiamme e la Tour davanti al naso, ci sono stato davvero.

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