venerdì 14 febbraio 2014

Che si fugga via dalle cose sensate

Che si fugga via dalle cose sensate;
che le carni diventino carta e inchiostro,
che la vita si colmi di senso,
che si faccia della nostra una storia da raccontare.

sabato 8 febbraio 2014

mercoledì 5 febbraio 2014

Adamo, alle origini del verbo

In principio era il verbo. Poi il problema fu coniugarlo. Così Adamo, fattosi vergogna, prese un charter per la terra e si mischiò fra gli imperfetti, ma Eva lo raggiunse. E capì che il passato remoto l'avrebbe perseguitarlo per sempre. Dopo lunghissimi anni difficili e di continue lotte paradigmatiche, Adamo fece a modo suo. Inventò la 's' e creò la lingua inglese. Ma l'Altissimo non perdonò l'affronto, così lo spedì in Italia, obbligandolo a partecipare a MasterChef. Mille prove lo temprarono, ma al "Pressure test" impiattò male un participio e il granduca di Bastianich lo punì con un biglietto omaggio come concorrente di Masterpiece, per sole due puntate.
Mai epilogo fu più sciagurato.
Finì per diventare uno scrittore di successo di narrativa italiana e pare che ancor oggi, per non confondersi con un noto cantante italiano sprovvisto di cognome, pubblichi libri sotto lo pseudonimo di F. B.





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«Dalla terra di Sciascia e Camilleri, un noir scritto come Dio comanda.»
(Bruno Morchio)
«I Commissari del giallo italiano dovrebbero essere commissariati. Sono troppi. Alcuni dovrebbero essere degradati. Altri, tra cui il commissario Portanova, meriterebbero. dopo una attenta lettura, la promozione a vice questore.» 
(Andrea G. Pinketts)
«Siracusa è la sua città d’adozione e questo primo libro è quasi un omaggio alla sua bellezza.»
(L’Espresso)
«"Il gioco delle sette pietre" è un'esplosione di sentimenti ed emozioni.»
(Giallomania.it)
«Un giallo “accomodato", che lascia la bocca amara e fa ballare, sullo sfondo, torbidi giochi passionali e subdoli intrighi di potere.»
(MilanoNera)
«È scritto bene [...] Descrittivo e narrativo fino al particolare, diventa fluido ed essenziale quando il dipanarsi della trama lo richiede. E poi è amaro, molto amaro, con una visione disincantata della vita e un’accusa, nemmeno tanto velata, contro una mentalità para-mafiosa che qui, per imporsi, non ha bisogno di gesti eclatanti, di stragi, di ammazzamenti, ma di opportuni comportamenti, di piccoli gesti e di ripetute omissioni. Elementi indispensabili per alimentare una palude che inghiotte tutto e tutti e che condiziona la vita di una terra che pare aver smarrito la speranza.»
(Marco Della Croce)
«Già è un bel leggere, per di più “Il gioco delle sette pietre” è ben scritto, Minnella sa creare l’atmosfera, già nel far vibrare l’aria del mare e della terra, nella noia esistenziale del poliziotto, nella sua necessità di pulizia e moralità.»
(Gazzetta di Mantova)

martedì 4 febbraio 2014

Un racconto narrato da un idiota

«La vita è un'ombra che cammina [...] È un racconto narrato da un idiota, pieno di strepiti e furore, significante niente..»
(Macbeth - W. Shakespeare)

lunedì 3 febbraio 2014

Catania, di notte

Catania, di notte, non dorme, ma si nasconde. Curvata e deformata dalle sole luci artificiali, in una posizione poco felice anche per la più abile porno diva capace di grandi contorsioni, aspetta e non dimentica e alle prime luci dell'alba si vendica, rialza la schiena e nervosa si congestiona.
Catania, di notte, non dorme, ma s'ammuccia. Trattiene il fiato e libera l'intestino. Non è ospitale; è una città orfana, piange e desidera che siano gli altri a regalarle un abbraccio.
Così attende, cieca, quando è nascosta sotto l'angusto tetto buio, che una mano le si tenda e che alla fine le si possa sussurrare all'orecchio di dormire serenamente, almeno per una notte sola.






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«Dalla terra di Sciascia e Camilleri, un noir scritto come Dio comanda.»
(Bruno Morchio)
«I Commissari del giallo italiano dovrebbero essere commissariati. Sono troppi. Alcuni dovrebbero essere degradati. Altri, tra cui il commissario Portanova, meriterebbero. dopo una attenta lettura, la promozione a vice questore.» 
(Andrea G. Pinketts)
«Siracusa è la sua città d’adozione e questo primo libro è quasi un omaggio alla sua bellezza.»
(L’Espresso)
«"Il gioco delle sette pietre" è un'esplosione di sentimenti ed emozioni.»
(Giallomania.it)
«Un giallo “accomodato", che lascia la bocca amara e fa ballare, sullo sfondo, torbidi giochi passionali e subdoli intrighi di potere.»
(MilanoNera)
«È scritto bene [...] Descrittivo e narrativo fino al particolare, diventa fluido ed essenziale quando il dipanarsi della trama lo richiede. E poi è amaro, molto amaro, con una visione disincantata della vita e un’accusa, nemmeno tanto velata, contro una mentalità para-mafiosa che qui, per imporsi, non ha bisogno di gesti eclatanti, di stragi, di ammazzamenti, ma di opportuni comportamenti, di piccoli gesti e di ripetute omissioni. Elementi indispensabili per alimentare una palude che inghiotte tutto e tutti e che condiziona la vita di una terra che pare aver smarrito la speranza.»
(Marco Della Croce)
«Già è un bel leggere, per di più “Il gioco delle sette pietre” è ben scritto, Minnella sa creare l’atmosfera, già nel far vibrare l’aria del mare e della terra, nella noia esistenziale del poliziotto, nella sua necessità di pulizia e moralità.»
(Gazzetta di Mantova)

domenica 2 febbraio 2014

Non leggete, è altamente pericoloso.

Non leggete, è altamente pericoloso. Induce al ragionamento. Istiga a una propria visione delle cose create e non. Accendete la tv, invece. È bella ed è colorata, con degli omìni al plasma, a led o in 3d che discuteranno per voi, penseranno per voi, saranno tristi o felici per voi. Se, poi, volete informarvi sul serio e non con quelle schifose, impolverate e pesantissime enciclopedie o dizionari fastidiosamente di cartacei, aprite Wikipedia; potreste trovare anche il vostro compagno di banco, adesso grande scrittore da condominio di periferia, che s'è fatto apposta una pagina in cui viene riconosciuta la sua importanza storica come fosse Gorbačëv.

sabato 1 febbraio 2014

I primi sintomi del trentenne di oggi. Come riconoscerli?



Antefatto 
«Pronto? Sì ciao, senti, no... no... tutto ok. Tu? Perfetto. Ascoltami, ti ricordi come si chiamava quel brano che ti ho fatto ascoltare ieri? Ah... ecco, perfetto. E ti ricordi pure quel romanzo che ti avevo consigliato? Quello... eh, sì quello. Grande!! Sei mitico. Un ultima cosa e poi... sì ok, poi ti mando due foto su Instagram, ma ascoltami un attimino... ascolta... Nonno? Ci sei? Certo, ma ascoltami: so che siamo in gennaio, no? Giusto? Perfetto. Sai quand'è che io compio gli anni? Magari il mese? Il giorno vedo di chiederlo alla mamma. Novembre dici?... Bestia che non sono altro, certo novembre. Ovvio... che scemo che sono... ora vado, ciao, sì... sì... ciao e grazie»

Riconoscere il problema
Mi ero accorto di avere una grande falla nel mio sistema intellettivo. Dopo mille ricerche ero arrivato a capire dove stava il problema: non riuscivo a tenere a mente quasi nulla di quello che leggevo, delle informazioni che raccattavo e non ricordavo nemmeno quei pochissimi titoli delle tracce audio degli album che ascotavo.

Soluzione del problema
Ero impigrito, sedato dalla consuetudine delle comodità. Cosa fare, allora? Per rimediare, iniziai a imparare piccole frasi a memoria, qualche titolo e una manciata di date, biografiche o meno. Delle volte, anche i prezzi delle birre. Così, per variare.

Epilogo
Oggi, non ricordo ugualmente molte delle cose che vorrei immagazzinare nella memoria permanente, ma posso sfoggiare tre o quattro frasi strafighe da dire a una presentazione 'y' di un libro 'n', mettendo sotto scacco il barista che di sicuro sputerà successivamente nella mia pinta e mi farò nemico l'autore 'x' che magari avrà pure scritto un gran libro ma sarà rimasto ancora alle letture antologiche promosse dai licei italiani.
Il mio compleanno, comunque, non riesco mai a ricordarlo. Avrò già compiuto trent'anni?