venerdì 30 gennaio 2015

Capita mai, anche a te?

E il mio amore per te ha vinto il tempo. 
E mi veste e mi trucca gli occhi, 
ogni giorno. 
Mi chiedo se, 
anche a te, 
capita che il petto cada sul pavimento 
e non ci sia giornata che il mio nome, 
così come il tuo per me, 
suoni forte, 
attraverso il chiasso delle cose da fare, 
delle persone amate da qualche minuto, 
oltre la crudeltà dei mesi abbandonati. 
Se hai pensato 
che la barba arricciata di un uomo mediocre 
sia più profumata della mia, 
una cosa su cui appoggiarci le labbra,
una qualità in più, 
rispetto al ragazzo che ti ha abbracciato per anni. 
Se la distanza sia ancora cosa forte. 
Se quello che leggi di me
sia abbastanza per tenerti lontana. 
Lontana da me. 
Se anche a te capita di pensarmi, 
così come a me succede di sognarti, 
di non dormire 
per quanto, 
ancora, 
t'amo, 
rendendomi ridicolo, 
inerte
e terribilmente debole. 
Esposto alla gogna.
Mi chiedo: a te, tutto questo, è successo?
O, forse, sono io soltanto, 
da qua giù, 
basso, magro, spiantato e senza alcun consenso di fama, 
a essere l'unico idiota a ricordarti, 
bagnandomi il viso di lacrime, 
rischiando che sia la tua mano, 
la prima, 
a lanciare uova marce sulla mia faccia? 




lunedì 19 gennaio 2015

Inviti superflui

Vorrei che tu venissi da me una sera d'inverno e, stretti insieme dietro i vetri, guardando la solitudine delle strade buie e gelate, ricordassimo gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo. Per gli stessi sentieri fatati passammo infatti tu ed io, con passi timidi, insieme andammo attraverso le foreste piene di lupi, e i medesimi genii ci spiavano dai ciuffi di muschio sospesi alle torri, tra svolazzare di corvi. Insieme, senza saperlo, di là forse guardammo entrambi verso la vita misteriosa, che ci aspettava.[...]Io chiederei "Ti ricordi?", ma tu non ricorderesti. [...]  Ma tu - ora che ci penso - tu ti guarderesti intorno senza capire, ho paura, e ti fermeresti preoccupata ad esaminare una calza, mi chiederesti un'altra sigaretta, impaziente di fare ritorno. E non diresti "Che bello!", ma altre povere cose che a me non importano. Perché purtroppo sei fatta così. E non saremmo neppure per un istante felici. [...] Vorrei pure - lasciami dire - vorrei con te sottobraccio attraversare le grandi vie della città in un tramonto di novembre, quando il cielo è di puro cristallo. Quando i fantasmi della vita corrono sopra le cupole e sfiorano la gente nera, in fondo alla fossa delle strade, già colme di inquietudini. Quando memorie di età beate e nuovi presagi passano sopra la terra, lasciando dietro di se una specie di musica. [...] E non ti accorgerai quindi dei fantasmi, né dei presentimenti che passano, né ti sentirai, come me, chiamata a sorte orgogliosa. Né udresti quella specie di musica, né capiresti perché la gente ci guardi con occhi buoni. Tu penseresti al tuo povero domani e inutilmente sopra di te le statue d'oro sulle guglie alzeranno le spade agli ultimi raggi. Ed io sarei solo. E' inutile. Forse tutte queste sono sciocchezze, e tu migliore di me, non presumendo tanto dalla vita. Forse hai ragione tu e sarebbe stupido tentare. Ma almeno, questo sì almeno, vorrei rivederti. [...] Ma tu - adesso ci penso - sei troppo lontana, centinaia e centinaia di chilometri difficili a valicare. Tu sei dentro a una vita che ignoro, e gli altri uomini ti sono accanto, a cui probabilmente sorridi, come a me nei tempi passati. Ed è bastato poco tempo perché ti dimenticassi di me. Probabilmente non riesci più a ricordare il mio nome. Io sono ormai uscito da te, confuso tra le innumerevoli ombre. Eppure non so pensare che a te, e mi piace dirti queste cose.
(Inviti superflui - Dino Buzzati) 


lunedì 5 gennaio 2015

Ricordati

Ricordati di quello che sei stata, 
di me e delle pipe. 
Ricordati delle estati,
le ultime, 
e ricordati di quelle passate 
quando eri alta meno di me
e io non c'ero. 
Ricordati del freddo, 
della pioggia che hai sfidato, 
di me che ti riscaldavo. 
Ricordati di febbraio, 
della primavera e dei capodanni; 
non c'eravamo che io e te.
Che altro serviva? 
Ricordati di quando avevi meno, 
dei tuoi "no" alle amiche
perché io ero abbastanza
e lo eri anche tu
per me. 
Ricordati degli aerei, 
delle valigie colme, 
di me all'aeroporto, 
di te che m'aspettavi
finalmente
per un bacio nuovo. 
Ricordati dei bus, 
della nebbia nordica, 
di due materassi che ne facevano uno, 
grande. 
Ricordati del mio corpo
e del tuo incollato al mio. 
Ricordati delle ore in cui abbiamo sudato.
Ricordati del tuo agosto, 
l'ultimo, 
e del mio novembre. 
Ricordati delle lettere, 
della tua devozione 
e del mio
spaventoso 
appartenerti. 
Ricordati chi sei 
e sei puoi, 
quando avrai un minuto di gioia, 
di tenero amore, 
ricordati di me. 
Ricorda. 
Ricordami
anche se non sei più tu.