mercoledì 11 gennaio 2012

Siracusa, la città fantasma

Camminavo in lungo e largo, per quello che è "lo scoglio" e non si vedeva anima viva. Birra in mano, bavero del cappotto costantemente alzato, e sigaretta in bocca. Pareva che l'inverno in Sicilia se lo fossero inventato giusto quest'anno. Ti viene da pensare che anche i fantasmi hanno lasciato il posto al silenzio del vento freddo e umido, che ti spacca le ossa e ti costringe a camminare rapido, di fretta, come se ci fosse qualcuno dietro, uno di quegli inseguitori immaginari, o come se avessi davvero una meta da raggiungere il prima possibile. 
In realtà non stai andando da nessuna parte, perché non esiste "una parte" precisa dove dirigersi. 
Dove sono finiti tutti? Anche i locali erano chiusi e quei pochi rimasti aperti, sembravano le segrete madide di qualche castello arroccato sui precipizi della Moldavia. Ecco, certe notti, la Transilvania potrebbe essere la cugina di primo grado di questo paesello del Sud. 
Di certo c'è che girare in solitaria per questa città, vagabondando da un pub vuoto all'altro, tracannando whisky e birra alla come capita, per poi metterti in macchina e alzare Bob con Freewheelin' a palla sulla strada del ritorno è cosa da romanzo anni 70. Sono di quelle cose siracusane che se ci sopravvivi, puoi campare cent'anni, oppure dieci.
Hanky

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