domenica 23 dicembre 2012

Questa non è una pipa


Noi fumatori di pipa, anche se s'indossa una certa età, siamo sempre oggetto di una piccola e leggera derisione pubblica. Si pensa erroneamente spesso che sia una cosa da vecchi. Datata o peggio ancora, desueta. Nessuno sa, invece, che di "vecchi" con la pipa non ce ne sono più. Parlate voi, fumatori esclusivi di sigarette, che dell'oggetto in sé poco v'importa, perché lo buttate con menefreghismo sulla schiena dei marciapiedi, e bruciate tabacco e polmoni. E lo pestate, arroganti e volgari, pur di spegnerlo.
A noi fumatori di pipa, pipari, pipaioli e pipisti, interessa gustare, assaporare, odorare e nobilitare la riflessione attraverso i tabacchi. E per farlo bisogna studiare, innamorarsi e appassionarsi.
Quando finisci di fumare una pipa non la butti mica. La tieni, la conservi. La riponi in tasca, ancora calda come un'amante dopo l'amplesso. E come tale la curi. Ogni volta. Ogni santa volta che vuoi fumarla. Per noi la pipa è una compagna. Una sorta di complice. Silenziosa e affascinante. E questo vizio, questo modo di nobilitare il tabacco, non ce l'ha nessuno. Né il fumatore di sigarette né quello di sigari. Tenetevi per voi i vostri insignificanti e traboccati giudizi. Tanto un fumatore di pipa lo fisserete sempre. Sarà sempre al centro dell'attenzione; la vostra. Perché è una setta per voi, per noi. Perché non è un colpo di accendino e via. Perché si può pure stare zitti e soli e goderne come se si fosse Dio.

sabato 15 dicembre 2012

Lascialo stare: è un bravo picciotto

Davvero; io voglio solo andare a dormire. Ma qualcosa è andato storto. Come quella sera, eravamo in tre a un tavolo qualsiasi di un comune locale notturno della periferia siracusana, in cui un mio amico scrittore, che di nome faceva Giovanni, ci leggeva con passione ciò che aveva appena scritto. Partorito. Fu un attimo, un lampo, che di colpo qualcuno iniziò a insorgere contro lui. Contro di me.
"Ha voglia di fare casino a tutti i costi", mi dissero i suoi compari. "No è che è un coglione" risposero alcuni presenti. Bastò questo per distruggere gli intenti nobili di Giovanni, dagli occhiali in osso neri e grandi, così come era il suo capello grigio di lana che gli copriva in parte lo sguardo ubriaco, che volle solo raccontarci una storia con l'apparente  intenzione di escluderci dalla performance. O forse, involontariamente, volle coinvolgere tutti, a suo discapito. Questo è ancora da capirsi.  Lo so, lo so. Vi sto violentando con la solita, spicciola, morale d'apertura. Quindi, mi fermo. Non voglio né dilungarmi né divagare. Voglio semplicemente dirvi che l'intromissione violenta, offensiva e gratuita di quell'orso, che solo-perché-io-non-la-penso-come-te-allora-devi-morire, distrusse inesorabilmente la vita di qualcuno. Quella di Giovanni, forse, e anche quella di Aldo, l'altro terzo del tavolo. E in tutta onestà, anche quella mia.
Fu quel "non la penso come te" che mi divorò e mi istigò, continuamente, a numerosi e consequenziali conati di vomito che non mi permisero di dormire. Proprio come adesso. A distanza di anni. Dopo un paio di vite vissute.
Io, quella sera, avrei voluto solo addormentarmi e invece, quel tizio, mi tenne e mi tiene sveglio come fosse un faro gigante che punta dritto sulla mia faccia nel bel mezzo della notte. Un'angoscia abbracciatasi al buio della mia camera da letto. Per sempre.
Rimugino e rimugino e quel che mi viene da dirvi è: se questa insurrezione è l'arma letale che l'uomo spende nei confronti dei suoi simili, io, con enorme gioia, mi tengo fuori. Davvero.  Non voglio più niente dal pianeta Terra. Non voglio credere, assolutamente, più a niente. Non voglio nessuno. Non voglio nessun confronto. L'unica cosa che voglio e che volevo, è quella di dormire. Lasciatemi a occhi chiusi. Fermo lì. Immobile. Rannicchiato in posizione fetale nella speranza che il risveglio mi porti a un'altra nascita. In un altro posto. In un altro pianeta. Che siate voi a eliminarvi e che non sia io a farlo con le mie mani. Con le mie sbiadite parole. Ecco.

giovedì 13 dicembre 2012

Trenino fai da te: capodanno 2012


Superata la bufala della fine del mondo, del Natale e delle prime cene da campagnoli, com'è da tradizione, dopo l'ultimo secondo di questo 2012 zoppo, balbuziente e anche un po' cafone, partiranno in tutto il mondo occidentale trenini a dismisura. Il “pepepepè” è d'obbligo e “Brigitte Bardot, Bardot” non potrà certo mancare. Mani unte e sudaticce sulle spalle del commensale che vi precede (per capirci: un parente antipatico a caso, che nessuno aveva invitato e che, invece, è un "sempre-presente" a qualsiasi festa familiare si organizzi) e il telefonino che trabocca di sms, tutti uguali, di disinteressato e plasticoso augurio. Inutile dirvi che chi non si lascia trasportare da questa magica e splendida euforia (sigh!) del «Dai ma che fai non ti alzi per il trenino pure tu?», rischia di iniziare l'anno nuovo col peggiore degli animi. Nuovo; che poi secondo me ci riciclano sempre lo stesso anno (di sicuro il 1994 data la ri-ri-ri-ri-ri-ri-ri-scesa in campo di Berlusconi), cambiando copertina e aggiungendo, con meticolosa precisione, dieci preoccupazioni per ogni mezza gioia recuperata. Proprio per questo, se proprio non riuscite ad evitare il trenino di cui sopra, è mio dovere consigliarvi di inneggiare al capodanno (avendo bevuto un buon sorso di alcol puro, perché ce ne sarà bisogno, credetemi), con queste cinque probabili musiche per trenini, divise per tipologia di festeggiato:
1) The Rolling Stones - Start me Up: Per chi ha brindato con Jack e birra e al risveglio più che pensare al nuovo anno, esclamerà  «ma dove cacchio sono e chi è quel folle che ha lasciato del rum ancora dentro la bottiglia?». 
2) Frank Sinatra - You are the sunshine of my life:  Per tutti quelli che «va bene lo "sciampagn", ma io vado di spumante, perché italiano è bello e visto che sono italiano, sono bello pure io».
3) The Beatles - Obladì Obladà: Per chi è da solo e «va bene così tanto i parenti e gli amici li odio tutti, anche se, almeno, avrei voluto brindare con la mia fidanzata che, invece, è non con quella stronza dell'amica sua».
4) Elton John - Crocodile Rock: Per chi ha speso 300 euro (e forse sono pochi) per il famoso cenone di capodanno che «a noi ci piace farla sporca, tanto è l'ultimo capodanno perché i Maya ci hanno detto che hanno spostato tutto al febbraio 2013 e noi ci crediamo perché loro sono gente seria».
5) Enzo Jannacci - Quelli che... : Per tutto il resto del mondo che, da sempre, affida i propri capodanni a qualche amico che ha avuto l'idea migliore, ovvero: «Ognuno a casa sua e poi ci si vede da sbronzi in giro per la città, esattamente come abbiamo fatto per il resto dei 364 giorni di quest'anno».
Buone vacanze. 
Hanky. 

giovedì 6 dicembre 2012

È un viaggio per viandanti pazienti, un libro.


C'è chi non lo sopporta. Di passeggiare per qualche ora in una delle librerie del centro, dico. Per me, invece, è un momento di fuga spensierata, di ricerca. E' tutto uno girarsi e strizzare gli occhi e chinarsi. Mi piace pensare che gli autori siano lì, a mia disposizione, e che quando ne tiro fuori uno con forza, incastrato fra altri mille, lo libero dall'anonimato. Mi sembra sempre di sentire un grazie-anche-se-non-ti-conosco. Bisogna passarci molto tempo nelle librerie. E passeggiare con calma. Perché per conoscere qualcuno, almeno un po', almeno per sbirciare la sua quarta di copertina, ci vuole tanta dedizione e altrettanto amore.