domenica 23 novembre 2014

Da padre in figlio


«Mio padre aveva sentito dire che ai bambini faceva bene mangiare carne. Così, cinico com'era, mi ingozzò di formaggio e pesce. 
Fu poi, anni dopo, che gli altri bambini, quei pochi che abitavano la classe che frequentavo, si ammalarono gravemente; qualcuno ebbe i vermi allo stomaco e al cervello, ma i muscoli ricordo che li avevano forti, più dei miei. La cosa mi turbò molto, perché avevo braccia e gambe secche secche e pareva fossi predestinato alla leggerezza. 
A differenza degli altri, mi ammalai di mio padre, e del formaggio e del pesce ne feci una questione di principio. Salute allo stato puro. Una sorta di sopravvivenza, una differenza fra me e gli altri bambini, cresciuti forti di muscoli, ma coi vermi nello stomaco e nel cervello. Non ho mai smesso di ringraziare mio padre e il suo scetticismo per avermi salvato metà anima. L'altra metà me l'ero già giocata a ramino con le donne, perdendola. 
Sono sempre stato un pessimo baro.»

lunedì 10 novembre 2014

Come fanno i cani quando non s'annusano il culo.

Avevano chiuso. E si allontanarono di schiena, ognuno con il naso rivolto dalla parte opposta, perché non sentissero neppure il loro odore; e quello fu il non amarsi più, un gesto muto, estremo. Una negazione d'identità, come fanno i cani quando non s'annusano il culo.