mercoledì 5 febbraio 2014

Adamo, alle origini del verbo

In principio era il verbo. Poi il problema fu coniugarlo. Così Adamo, fattosi vergogna, prese un charter per la terra e si mischiò fra gli imperfetti, ma Eva lo raggiunse. E capì che il passato remoto l'avrebbe perseguitarlo per sempre. Dopo lunghissimi anni difficili e di continue lotte paradigmatiche, Adamo fece a modo suo. Inventò la 's' e creò la lingua inglese. Ma l'Altissimo non perdonò l'affronto, così lo spedì in Italia, obbligandolo a partecipare a MasterChef. Mille prove lo temprarono, ma al "Pressure test" impiattò male un participio e il granduca di Bastianich lo punì con un biglietto omaggio come concorrente di Masterpiece, per sole due puntate.
Mai epilogo fu più sciagurato.
Finì per diventare uno scrittore di successo di narrativa italiana e pare che ancor oggi, per non confondersi con un noto cantante italiano sprovvisto di cognome, pubblichi libri sotto lo pseudonimo di F. B.





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«Dalla terra di Sciascia e Camilleri, un noir scritto come Dio comanda.»
(Bruno Morchio)
«I Commissari del giallo italiano dovrebbero essere commissariati. Sono troppi. Alcuni dovrebbero essere degradati. Altri, tra cui il commissario Portanova, meriterebbero. dopo una attenta lettura, la promozione a vice questore.» 
(Andrea G. Pinketts)
«Siracusa è la sua città d’adozione e questo primo libro è quasi un omaggio alla sua bellezza.»
(L’Espresso)
«"Il gioco delle sette pietre" è un'esplosione di sentimenti ed emozioni.»
(Giallomania.it)
«Un giallo “accomodato", che lascia la bocca amara e fa ballare, sullo sfondo, torbidi giochi passionali e subdoli intrighi di potere.»
(MilanoNera)
«È scritto bene [...] Descrittivo e narrativo fino al particolare, diventa fluido ed essenziale quando il dipanarsi della trama lo richiede. E poi è amaro, molto amaro, con una visione disincantata della vita e un’accusa, nemmeno tanto velata, contro una mentalità para-mafiosa che qui, per imporsi, non ha bisogno di gesti eclatanti, di stragi, di ammazzamenti, ma di opportuni comportamenti, di piccoli gesti e di ripetute omissioni. Elementi indispensabili per alimentare una palude che inghiotte tutto e tutti e che condiziona la vita di una terra che pare aver smarrito la speranza.»
(Marco Della Croce)
«Già è un bel leggere, per di più “Il gioco delle sette pietre” è ben scritto, Minnella sa creare l’atmosfera, già nel far vibrare l’aria del mare e della terra, nella noia esistenziale del poliziotto, nella sua necessità di pulizia e moralità.»
(Gazzetta di Mantova)

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