martedì 23 settembre 2014

Ancora una notte

Pare Balzac dicesse: «Una notte d'amore è un libro letto in meno». Vero, verissimo.  Ma cos'è, allora, una notte senza l'amore? Un libro letto in più? Non credo. E poi, se l'amore è asimmetrico, sbilenco su una sola corsia (e mai quella di sorpasso) il nero delle ore piccole è l'angoscia di un pensiero che ti trapana così tanto il cervello da giorni da farti restare immobile, impaurito al pensiero di poter sognare? Sognare proprio l'asimmetria? Quella nausea che ti butta a terra e non ti fa più andare avanti? Che non ti da la voglia neanche di addormentarti nonostante la stanchezza lunga una stagione?
No, sotto deve esserci dell'altro. 
Di certo è che una notte non d'amore è un libro scritto in più. Almeno per me. Ma vorrei che la mia schiena dolesse, ricurva sulla scrivania, per una dolce lettera d'amore. Una di quelle che ero solito scrivere. Una di quelle che vorrei scrivere anche adesso ma che non avrebbero più destinatario. 
Sentirsi monchi, invalidi. 
Una cosa però l'ho capita: tempo fa, quando la mia immagine era più spigolosa di adesso, il buio faceva meno paura quando ero "due". 
Due.
Ancora una notte, questa, con i Beatles che risuonano in cuffia e la stanza che puzza di cadavere morto di paura. 
E questo è tutto, gente!

Hanky






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