mercoledì 1 febbraio 2012

Whisky Sour

Non ho voglia di scrivere. Scrivo, ma non c'ho voglia. Riesco benissimo a contare i drink che ho bevuto, ma ho il vuoto più totale. Niente idee, niente colpi di genio e le digressioni non sono neanche di casa. Capita alcune sere. Come quando esci con gli amici, magari uno o due, e stai lì, con un muso lungo due chilometri che riusciresti a bere dal bicchiere anche da seduto, con il drink poggiato sul tavolo di fronte.
Racconto qualcosa. Mi raccontano qualcosa. Fatti, idee, storie di altra gente che scrive.
Sono a casa da circa venti minuti. Ho improvvisato un cocktail ed è buono. Sigarette, lei in webcam e io che scrivo. Non voglio scrivere, ma scrivo lo stesso. Non è una questione di stile. Scrivere è sopravvivenza. Almeno per me. Mi capisco, mi confondo e mi rispiego.
La mia storia si è fermata nel bel mezzo della suspance.  Meglio così.
Lontani gli abbracci e lontani i baci. Dovresti essere qui, mi dice. Dovrei essere lì, penso.
Gli ultimi giorni si dividono così; quello che vuoi capita fra cent'anni e quello che desideri si materializza con gli occhi chiusi.
Chiudiamo gli occhi, allora. Io sono qui. Scrivo e riscrivo, ma non voglio scrivere. Una lotta infinita fra la volontà del non fare e il dovere di dover fare qualcosa.
Mi faccio un altro Whisky Sour e tutto si ghiaccia.
Fuori fa freddo e se nevicasse, sarei bianco anch'io.
Hanky

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